La Marcia per me...
La mia marcia è stata la trentesima edizione, “Alle sorgenti
della Vita”. Per inciso, mai titolo fu più profetico.. E nel segno dell’acqua
fu! Già dal primo giorno la pioggia ha battezzato il nostro lungo cammino. E
camminando, io che ero partita piena di paura, sola e senza conoscere quasi
nessuno degli altri marciatori, ecco che capivo quale dono portava con sé la
“solitudine”, perché se si è soli si gode e si beneficia di più del tempo del
marciatore, che è un tempo dilatato, in cui non esiste il minuto preciso, ma
c’è la giornata, in cui il silenzio e la direzione comune ti costringono a
fermarti ad ascoltare chi ti cammina accanto, anche e soprattutto quando pensi
solo a te stesso perché magari senti male ai piedi o sei troppo stanca e non ne
avresti voglia. Il marciatore è chi scopre “lo spettacolo di un paesaggio”, la
gioia di avere un letto in cui dormire la sera, l’accoglienza di un paese in
festa che ti aspetta, il “ma chi ve lo fa fare?” e il “Pregate per me!” di
tante persone che incontri (e ti incontrano) lungo la strada. L’Acqua della Vita,
è quella che marciando, ha lavato via la parte in eccesso, facendo riemergere
solo l’essenziale. Quell’acqua che mi è piovuta in testa tante volte, che ha
reso i miei piedi terribilmente doloranti e pieni di vesciche, che ha limitato
la mia pretesa di farcela a tutti i costi, “insegnandomi” ad essere umile e
fermarmi, e che mi ha guidato verso luoghi e persone che oggi fanno parte della
mia vita. La marcia è stata il mio Battesimo per una vita nuova, in pienezza.
E, dopo la marcia, ho scoperto che i veri pellegrini di Dio sono e saranno
sempre in cammino per raggiungere le Sue sorgenti, perché la sete di Dio è sete
di Vita! Auguro quindi ai futuri marciatori (e anche a quelli passati) di non
sentirsi mai arrivati, di avere sempre il coraggio di mettersi in viaggio, di
non essere mai sazi di ciò che troveranno nel loro cammino, ma di essere sempre
e costantemente assetati di altri doni, che il Signore farà certamente “piovere”
in abbondanza lungo la strada di ognuno. E ricorda, marciatore: Sin dolor no
hay gloria!
Valentina
Fisicamente siamo solo noi ad
avvicinarsi passo dopo passo a quella meta, che a dirla tutta è il nostro punto
di partenza...ma in pratica è la stessa meta che riesce ad intrufolarsi in ogni
respiro, in ogni momento di silenzio, in ogni goccia d'acqua, in ogni parola
condivisa nel tuo cuore...e quello che gronda non è solo sudore, è un bel po'
di gioia che trabocca mista ad alcune tue preoccupazioni che lasciano spazio.
Il tuo cuore si ricorderà bene di
quello che hai vissuto con il tempo, quando ancora ti ritroverai a sbagliare
direzione, o verso, in questo tuo viaggiare. Il tuo cuore sarà una piccola
bussola un po' più consapevole, pronta a ricordati di cosa “hai bisogno”:
perchè sei tu stesso a volerti far indirizzare, di nuovo, lungo quel cammino
piovoso, scottante, doloroso, ricco di sorrisi e pianti, di comprensioni e
ammissioni degli sbagli, pieno di quel che tu hai riconosciuto come “nuova
speranza” e “altissimo amore” e “umana fede”, che è la “tua marcia” sulla via
della vera vita. Illumina il tuo cuore e fidati di quello che ti suggerisce,
lui sa la via mooooolto meglio dei tuoi piedi!!
LA TUA MARCIA, IL TUO CUORE...
Emidio
La marcia fino ad Assisi per me è stata proprio un’esperienza
di vita! Quando ho marciato per la prima volta, nel 2009, non sapevo bene cosa
fosse, con quale spirito si potesse vivere, con chi sarei stato per ben 10
giorni… Però sentivo che era un’esperienza entusiasmante, in cui si affronta la
fatica di camminare sotto il sole o la pioggia, ma si vive e si condivide tutto
con coloro che ti accompagnano; e si impara a sentire e stare accanto al
fratello, a donare e ricevere un sorriso (anche disperato ma fondamentale!). Si
impara che nella vita si cammina assieme! Ed è così che abbiamo tutti gustato
davvero l’arrivo alla Verna e alla Porziuncola e la gioia del Perdono di
Assisi. La marcia mi ha fatto sentire il desiderio di mettermi davvero in
marcia tutta la vita, con Francesco… e quel Gesù che per primi l’hanno pensata.
Giovanni